Coronavirus e Natura

A fianco dell’incertezza, della paura e della fragilità che stiamo vivendo in questi giorni caratterizzati dalla pandemia del Covid-19, diviene naturale riflettere su una verità semplice quanto intuitiva.

Il genere umano è una specie animale legata in modo indissolubile ad un ecosistema interconnesso, composto appunto da animali, vegetali, minerali, elementi quali l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra, ed anche se continuiamo a crederci separati e migliori, siamo parte della natura, così come eventi apparentemente negativi come ad esempio i virus, i terremoti, le alluvioni o le eruzioni vulcaniche.

Niente di ciò che accade quotidianamente e che esiste è esterno o nemico di questa unica energia che alimenta questa vita. Ciò che chiamiamo “natura” ha una sua sottile intelligenza, un suo equilibrio poetico, ma spesso,  per il nostro punto di vista, anche una spietata brutalità.

Se ci prendiamo il tempo per riflettere con il dovuto distacco, diventa evidente che nessuna evoluzione, neanche quella verso la cosiddetta intelligenza artificiale, può disconnetterci da questo ecosistema nel quale siamo indissolubilmente immersi, in salute o in malattia. Nessuna evoluzione può non tener conto di un equilibrio millenario, all’interno del quale è inserita ogni nostra azione.

Non sappiamo con precisione come questo Coronavirus sia nato, ne se sia da interpretare come l’inevitabile risposta della natura contro l’assalto dell’uomo agli ecosistemi e all’ambiente, perché anche questa interpretazione potrebbe essere l’ennesima forzatura. Ma considerare questo virus semplicemente come un nemico significa perdere il punto, trincerarsi da una parte escludendone un’altra, continuare a considerare divisa la realtà fra un noi (i buoni) e un “loro” (i cattivi), fra una forma di vita benevola ed un’altra malevola.   

Sarebbe bene andare oltre non perdendo l’occasione di fermarsi a riflettere, ripulire l’aria e le acque del pianeta ed allo stesso tempo riprendere contatto con la nostra intelligenza interiore. La stessa intelligenza che fa sì che un seme lasciato nel terreno, acquisti lentamente energia e inizi la trasformazione, per divenire pianta e poi fiorire.

Noi siamo un’unica cosa con quell’intelligenza.

Bisogna trovare, nel silenzio di questa riflessione, nuovi modi di relazionarci, nuove vie per produrre benessere e abbondanza, nuovi metodi per procurarci piacere che sostituiscano i vecchi legati al desiderio ed al consumo, ridurre velocemente il grado delle nostre alterazioni dell’ambiente e ridimensionare gradualmente la nostra domanda di risorse.

La ricchezza basata sul denaro che si può produrre soltanto sfruttando la natura, è una finta ricchezza che non appaga mai fino in fondo, dobbiamo pensare in termini di armonia ed abbondanza: armonia con la natura, cioè ciò che siamo, e abbondanza in termini di fertilità, rinascita.

E’ evidente che la natura possa fare a meno del genere umano e sette miliardi circa di persone che consumano risorse in modo così avido, probabilmente sono troppe su questo pianeta. Non perdiamo, attraverso questa pandemia, l’occasione di riflettere, di entrare dentro di noi, di andare oltre una fredda statistica di morti e di guariti.  

Sono giorni difficili da interpretare e da vivere, che forse sarebbe opportuno trascorrere nel raccoglimento, ci può aiutare la saggezza che ci arriva dai nostri avi, un po’ di creatività e di coraggio, l’ascolto e la buona fortuna.

Vi auguriamo di passare indenni questo momento facendo di necessità, virtù.

Alberto e Daniele

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